silvius10

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Deum  non vides, tamen

Deum agnoscis ex operi

Buseius.

Non  vedi Dio, ma  Dio lo

riconosci dalle sue opere.

 (Marco Tullio Cicerone)

 

 

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Intervista fatta al Prof. Wilson J. Bentley 1954 (esperto in fotomicrografia).

Alla domanda come spiegava quella simmetria esagonale dei fiocchi di neve egli rispose:

Naturalmente, nessuno può spiegarlo all’infuori di Dio, ma ecco la mia teoria. Come sapete, i cristalli nevosi si formano con il vapore acqueo a temperatura al di sotto dello zero, e l’acqua è composta di tre molecole, due di idrogeno unite ad una di ossigeno. Ogni molecola è carica di elettricità negativa e positiva, la cui tendenza è di polarizzarsi ai lati opposti. Come vedete il numero tre entra nella questione fin dal principio. Questo mi fece pensare. Non può essere che l’Iddio trino, che ha formato tutte le bellezze della creazione, abbia firmato la sua “Trinità” in questi fragili stelle di cristalli di ghiaccio, come un artista scrive il suo nome sul suo capolavoro? Da un esame si rileva istantaneamente che il principio prevalente su ci è basata la struttura del fiocco di neve, è quello dell’esagono o figura a sei lati, unica in tutto il regno della geometria sotto questo aspetto, nel quale il raggio del cerchio che lo circoscrive, è esattamente della stessa lunghezza di ognuno dei sei lati dell’esagono.

Abbiamo così sei perfetti triangoli equilateri, raccolti intorno ad un nucleo centrale e ogni angolo è di sessanta gradi. Quale simbolo appropriato dell’Iddio trino, è il triangolo! È un’unità, un triangolo, ma le tre linee sono tutte essenziali per ottenere l’integrità dell'assieme. La curiosità mi spinse ad esaminare i riferimenti della parola “neve” contenuti nella Bibbia, e vi trovai, con mia grande sorpresa, questa stessa “Trinità”. Ad esempio, ve ne sono 21 (3x7) che contengono la parola “neve” nel Vecchio Testamento, e tre nel Nuovo Testamento. Poi ho trovato tre riferimenti che parlano di “lebbra bianca come neve”. Tre volte la purificazione dal peccato viene paragonata alla neve. Ne ho trovati altri tre che parlano di vestimenti che hanno il “candore della neve”. Tre volte quale fu la mia sorpresa, quando trovai che la parola neve in ebraico è composta complessivamente di tre lettere. È un fatto, anche se non genericamente conosciuto, che sia gli Ebrei che i Greci, non avendo numeri, usavano le lettere del loro alfabeto come numeri. Basterebbe solo uno sguardo casuale di un ebreo alla parola «sheleg» (neve in ebraico) per vedere che si può leggere 333. Come si può leggere «neve» in L’ebraico? Per la prima lettera, che corrisponde al nostro “SH”, è 300, la seconda consonante , “L”, è 30 e l’ultima, corrispondente alla nostra “G”, è 3. Sommate queste cifre corrispondenti al valore delle lettere ed avrete 333 tre volte 3. Curioso vero? Ma perché non dovremmo attenerci all’esattezza matematica in cui un libro totalmente ispirato, e meraviglioso quanto il mondo che Iddio ha fatto? Di Dio è detto: Iddio tuona con la sua voce meravigliosamente; grandi cose Egli fa che noi non intendiamo. Dice alla neve: “cadi sulla terra” Con quanta facilità Egli lo fa “Egli dice alla neve” (Giobbe 37:5-6). – Egli dice la parola ed è fatto. Cercate di immaginare quanti milioni di miliardi di cristalli di neve possono cadere su un ettaro di terreno in un’ora, e immaginate, se potete, il fatto sorprendente che  ogni cristallo  ha una individualità tutta sua,

un disegno ed un modello senza duplicati, né in questa nevicata, né in un’altra. (Salmo 139:9). Come può una persona ragionevole, davanti all’evidenza di un disegno, moltiplicato per   innumerevoli   varietà,  mettere  in  dubbio   l’esistenza  e l’opera di un disegnatore, le cui capacità possono essere misurate  solo  con  l’infinità? Un  Dio che  può far  questo può fare qualunque cosa, anche formare e modellare le nostre vite in una creazione di bellezza e di simmetria.

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